Lucia viene scambiata per morta
Terminata questa prima fase lavoriamo sull’immagine più disturbante che Lucia ha del terremoto che risulta essere quelle di lei che viene scambiata per morta.
Attraverso diversi set di movimenti oculari accade in Lucia qualcosa che non mi comunica ma che ha effetti incredibilmente positivi su di lei. Che strano, mi sento tranquilla… e ancora … mi sembra di essere nella casetta … ed altri interventi di questo genere danno l’idea al terapeuta che qualcosa di importante sta accadendo senza che la bambina debba metterlo in parola. Al termine della seduta (durata 75 minuti) Lucia spontaneamente si reca verso l’uscita di sicurezza e dice con aria soddisfatta: Che strano. Chissà perché prima pensavo che non si aprissero bene queste porte. Funzionano benissimo. Domani torni?
La sera stessa il telegiornale comunica che anche l’ultimo bambino ferito nel terremoto, Luca, è morto in ospedale. C’è un riacutizzarsi del dolore collettivo, ed anche Lucia piange molto a casa: era un suo amico del cuore e ha voluto rivedere tutte le foto in cui lei era ritratta insieme al suo amichetto. Sai, dove guardavo vedevo solo morti sotto le macerie. Ero circondata dai miei amici morti, con le teste schiacciate, il sangue che colava. Tutti morti. Luca però mi parlava, lui era vivo.
Mi diceva:
“Salvami tu Lucia, aiutami, tu puoi farlo, fai qualcosa, dammi l’acqua, tirami fuori di qui”. Ma io non mi potevo muovere. Poi arrivano i soccorsi e quando mi tirano fuori Luca mi urla “stronza, tu te ne vai e mi lasci qui. Aiutami, non andare via!”
Io appena sono uscita l’ho detto che Luca era là sotto, non è colpa mia se è morto, io l’ho detto. Ma non volevo salire sull’ambulanza perché volevo vedere se lo tiravano fuori. La mia mamma mi ha abbracciata ma io pensavo a Luca che mi diceva che era colpa mia se non lo salvavo.
Terapia EMDR bambini; come lavoro con Lucia
Lavoriamo con l’EMDR sull’immagine più disturbante di quel momento così drammatico ed emerge un racconto sconvolgente:
“Bambina, spostati che devo fotografare i morti”.
Io ero là e vedo un Vigile del fuoco che mette la mano vicino a me. Penso: “sono salva”, ma lei invece di salvarmi mi dice: “bambina, spostati che devo fotografare i morti”.
Io non capivo, pensavo fosse impazzita che invece di salvarmi mi voleva ammazzare perché se mi spostavo mi cadeva tutto in testa. Solo dopo ho capito che era una giornalista travestita da pompiere. È colpa dei giornalisti se tanti bambini sono morti perché hanno rallentato i soccorsi. Io li odio i giornalisti. Anche quando sono uscita vedevo la sua faccia da tutte le parti, anche dove non c’era, ero perseguitata dalla sua faccia.
La bambina, attraverso un set di movimenti oculari, compie un percorso in cui passa dalle scene di morte a quelle in cui si vede viva e alla fine fra le braccia della sua mamma all’ospedale, nella scuola nuova. Sono felice di vivere perché vivere è bello dirà al termine della seduta. Riprendendo nuovamente l’immagine disturbante appare evidente che c’è ancora una forte rabbia che disturba la mente di Lucia.
Lavoriamo con l’EMDR su questa rabbia ed alla fine, attraverso una serie di fantasie di vendetta tipicamente infantili (la giornalista mi viene voglia di metterla nel water e di buttarla nel cestino dell’immondizia) Lucia termina i movimenti oculari dicendo che si sente serena e che ormai non è più così arrabbiata con la giornalista perché tanto si trova nell’immondizia e lei invece è nella scuola nuova. Ritornando all’immagine iniziale emerge nuovamente il dolore per la morte del suo amico Luca: rivede l’immagine della bara vista in televisione. Occorre fare un lavoro sull’elaborazione del lutto con l’EMDR e attraverso una serie di movimenti oculari Lucia riesce a dirsi che Luca è morto e lei non può farci niente, che non è colpa sua se è morto e riesce anche a ricordare una serie di momenti belli trascorsi con lui.
Lucia tornerà il giorno successivo per la chiusura del lavoro terapeutico. Ha un album di fotografie in mano e me le vuole far vedere: vedi, questo è vivo e questo è morto, questo è vivo e questo è morto. Questa è la foto della mia festa di compleanno e metà dei bambini nella foto sono morti. Alla richiesta di sapere perché mi mostrasse quelle foto così dolorose Lucia mi risponde che le hanno salvate da sotto le macerie della sua casa lei e la mamma, sono importanti, e poi è bello pensare di essere vivi. Vedi, adesso anche se mi dispiace per i miei compagni morti riesco a sorridere pensando di essere viva. Torni domani?