I disturbi alimentari e gli abusi sessuali sono tematiche delicate che, purtroppo, possono essere connesse in modi profondi e complessi. Esploriamo la correlazione tra questi due aspetti, concentrandoci su come gli abusi sessuali subiti durante l’infanzia possano influenzare i disturbi alimentari nelle persone adulte.
Gli abusi sessuali subiti nell’infanzia possono lasciare cicatrici psicologiche durature che, con il tempo, possono manifestarsi in varie forme di disagio, tra cui i disturbi alimentari. Le vittime spesso sviluppano una relazione complessa e distorta con il cibo, influenzata negativamente dall’esperienza traumatica.
Molte vittime di abusi sessuali infantili trovano difficile sviluppare un’immagine corporea positiva.
L’autoimmagine distorta può portare a comportamenti alimentari problematici come fame nervosa, anoressia, bulimia o disturbi alimentari non altrimenti specificati. La connessione tra il trauma subito e il modo in cui una persona percepisce il proprio corpo può essere cruciale per comprendere la genesi di questi disturbi.
Disturbi alimentari e abusi sessuali sono più spesso correlati di quanti si possa immaginare.
Molto spesso, le vittime di abusi sessuali cercano nel cibo un meccanismo di controllo sulla propria vita, compensando così la mancanza di controllo subita durante l’abuso.
Non ho avuto controllo sul mio corpo da bambina, oggi ho il controllo assoluto; non mangio, controllo il peso
Il cibo può diventare una fonte di conforto, ma anche un modo per esercitare il controllo sulla propria immagine corporea. Questo può sfociare in comportamenti alimentari disfunzionali, che, se non affrontati adeguatamente, possono perdurare nella vita adulta.
Odio del Corpo
Il Complesso Legame tra Abusi Sessuali e Disturbi Alimentari ci obbliga anche a riflettere sul fatto che spesso le vittime quando diventano grandi odiano il proprio corpo, ritenendolo in qualche modo “colpevole” per ciò che gli è successo.
“… Se non fossi stata così carina, se fossi stata più grassa, se non avessi avuto il seno, se non avessi avuto un corpo, se mi fossi vestita diversamente...”
L’odio del proprio corpo nelle vittime di abusi sessuali infantili è un sintomo doloroso e complesso che richiede una comprensione approfondita per poter essere affrontato in maniera efficace. Questo sentimento, spesso persistente nella vita adulta, può essere ricondotto a diversi fattori intrinseci all’esperienza traumatica dell’infanzia.
Disturbi Alimentari e Abusi Sessuali. Le vittime spesso sviluppano un’immagine corporea distorta, influenzata dalla manipolazione e dalla violenza subita.
Durante gli abusi spesso c’è un senso di perdita di controllo completo sul proprio corpo. Questo senso di appropriazione può persistere nella mente delle vittime anche nell’età adulta, generando una profonda avversione verso il proprio corpo, considerato come terreno di violazione e intrusione.
Il mio corpo non lo voglio, non mi appartiene, mi disgusta
Molto spesso nell’arco della propria vita le vittime di abusi infantili oscillano fra anoressia e bulimia. Sono due modi diametralmente opposti di incolpare il proprio corpo per quello che è successo da bambina, due modi diversi per imbruttirsi, ma anche in qualche modo per “vendicarsi” sul proprio corpo.
La fame ti distrugge quando non mangi, ti fa perdere le forze, ti può anche uccidere. Il troppo cibo fa venire mal di stomaco, vomito, nausea, senso di stordimento, mal di testa, dolori nella deambulazione quando si ingrassa troppo. I denti vengono distrutti dal vomito, lo stomaco danneggiato per sempre.
Disturbi Alimentari e Abusi Sessuali sono spesso anche correlati all’autolesionismo. Il corpo viene deliberatamente fatto soffrire e ferito.
Per affrontare la correlazione tra abusi sessuali infantili e disturbi alimentari, è fondamentale un intervento terapeutico mirato.
I sopravvissuti hanno bisogno di un sostegno che affronti sia i traumi dell’infanzia che i comportamenti alimentari disfunzionali. La terapia può aiutare a ristabilire una connessione sana con il cibo e a promuovere una percezione positiva del proprio corpo, facilitando così il percorso verso la guarigione.
I disturbi alimentari nella maggior parte dei casi, quando sono seri e duraturi nel tempo, hanno bisogno di una specifica terapia mirata all’elaborazione del trauma che sta alla base del disturbo. Parlare solo di diete e progetti di dimagrimento è completamente inutile, e anzi può essere dannoso dando al paziente l’idea di essere un “caso disperato” che non può guarire.
La terapia EMDR può essere davvero molto utile nella cura dei disturbi alimentari.
Si tratta di una terapia specifica per l’elaborazione dei traumi, che può essere utilizzata all’interno di un percorso di cura dei disturbi alimentari.
La psicoterapia EMDR può essere svolta anche online in videochiamata.
Problemi con il cibo dopo un trauma, come superarli