Consulenza specialistica per curare il trauma
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Come avviene un trauma, nel silenzio? No di certo. Ci sono suoni, parole, rumori, musiche… Quindi il primo modo in cui tu sei stato traumatizzato è stato proprio attraverso l’orecchio che ha “sentito” l’esperienza traumatica mentre la viveva.
Se hai vissuto un trauma non affidarti ad uno psicologo qualsiasi
Chi ha subito un grave trauma sa che la vita dopo non è più la stessa.
I professionisti di Synergia Centro Trauma lavorano da trent’anni offrendo a chi ne ha bisogno strategie all’avanguardia per curare il trauma.
Il Metodo Tomatis utilizza la musica per aiutare a curare il trauma.
Anche online ovunque tu sia.
Sono Cristina Roccia, ho più trent’anni di esperienza nel curare il trauma, sia in adulti che in bambini.
Dal 2017 ho introdotto, in affiancamento alla psicoterapia tradizionale, alla terapia EMDR ed al supporto farmacologico, anche il Metodo Tomatis.
Ho avuto risultati straordinari utilizzando il Metodo Tomatis, velocizzando di fatto la guarigione dai sintomi più fastidiosi e invalidanti del PTSD (disturbo post traumatico da stress).
Puoi comprare la cuffia con all’interno il dispositivo per riprodurre la musica filtrata, e con la mia consulenza, utilizzare la musica Tomatis durante il periodo in cui lavori con me in psicoterapia
Troppo spesso le persone pensano che la memoria sia una specie di struttura fisica che vive nel nostro cervello, quasi come un file in un computer in cui tu puoi cliccare e aprire il ricordo. Tuttavia, non funziona proprio così. I ricordi sono un network, una connessione di neuroni distribuiti attraverso il nostro cervello. Dunque, quando ripercorriamo un ricordo della nostra vita, stiamo in realtà accedendo a diverse parti del nostro cervello che ci permettono di avere una rappresentazione completa di quel ricordo.
Alcune delle cellule cerebrali che si sono attivate durante un’esperienza o evento traumatico, si riattivano quando ricordiamo. I gruppi di cellule che formano un ricordo, sono connessi tra di loro. Ogni volta che ricordiamo, questi collegamenti diventano più forti. Per nostra fortuna però, più forti non significa necessariamente più stabili.
In termini scientifici, non esiste alcuna evidenza della stabilità cerebrale di un ricordo nella nostra memoria a lungo termine. La nostra memoria quindi non è né stabile né permanente, ed infatti è sempre in continuo mutamento. Ogni volta che riviviamo un ricordo in realtà lo stiamo ricostruendo per poi lasciarlo andare nuovamente. Ogni volta che ricordiamo dunque, riconsolidiamo questi legami e li ricomponiamo da zero: questo vuol dire che possiamo ripetere questo processo più e più volte, ma modificando progressivamente questa rete di connessioni, per esempio facendo in modo che risulti meno dolorosa o indolore.
Il nostro cervello è costantemente bombardato da una moltitudine di stimoli esterni, la maggior parte dei quali sono di carattere sonoro, e sono questi stimoli a rilassare o attivare il nostro cervello. Questa stimolazione può essere compromessa quando il cervello innesca un meccanismo di difesa, che può verificarsi in seguito a un evento più o meno traumatico, uno “shock emotivo“.
Il cervello tende progressivamente a proteggersi dalle aggressioni esterne, costruendo una serie di filtri, magari inizialmente necessari, ma che ci appesantiscono con il tempo portando a stanchezza, ansia, stress e depressione.
Un ascolto compromesso può portare a vari fenomeni quali ipersensibilità ai rumori o al silenzio; difficoltà a seguire le conversazioni per cui le voci ci sembrano sempre distanti; eventi traumatici che si protendono nel tempo possono anche portare a una forte diminuzione dell’udito, un’efficiente risposta del nostro cervello al nostro rifiuto di sentire.
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