Omosessuale fare coming out
Mettendo in parola i propri pensieri si trovano le soluzioni più giuste per la propria vita. Questo articolo vuole essere un piccolo contributo ad una riflessione non in generale sull’essere omosessuale, ma solo su quanto possa essere positivo e fonte di benessere riuscire a parlare con qualcuno di quanto stiamo vivendo internamente. Se sei omosessuale fare coming out non è mai semplice, e potrebbe non essere semplice neppure parlare della propria omosessualità con gli amici e la famiglie.
Parlare rende liberi. Per mettere ordine nei propri pensieri bisogna riuscire a mettere in parola la confusione, e trasformarla in qualcosa di utile e costruttivo. Lo psicologo per una persona omosessuale può essere di grande aiuto nel percorso di consapevolezza. Lo psicologo può essere anche online. Facile, sicuro, economico. Così potrai capire se è il momento giusto per fare coming out.
Se cerchi aiuto perchè pensi di essere omosessuale, o sai di essere omosessuale e vuoi fare coming out, ecco alcune riflessioni.
Fin da bambini alcune persone sentono di non appartenere al sesso che è stato loro assegnato: sono una bambina ma mi sento un maschio, non solo “un po’ mascolina”. Sono omosessuale, o trans, o transgender, dovrei chiedere di cambiare sesso? Altre persone invece sin dall’adolescenza si sentono attratte da persone dello stesso sesso. Si tratta di due cose diverse, l’omosessualità non è la stessa cosa della transessualità.
Con il passare degli anni ci si può accorgere di essere diversi da come la società di vorrebbe. Si tratta di un travaglio interiore complicato da gestire: pensieri, paure e desideri dei quale si fa fatica a parlare con amici o familiari. Essere omosessuale e fare coming out può non essere una cosa semplice semplice, così come parlare della propria omosessualità.
Omosessuale, transgender, trans. Quali sono le differenze?
Spesso queste parole sono confuse nell’immaginario collettivo. Omosessuale e transgender sono cose molto diverse e non devono essere confuse. La persona omosessuale si sente attratta sessualmente da un altro individuo dello stesso sesso, ma sente di appartenere al genere che gli è stato attribuito alla nascita. Un uomo quindi può essere attratto da un altro uomo, ma si sente uomo a tutti gli effetti e mai vorrebbe diventare una donna.
La persona transgender, o trans, sente una confusione fra il sesso anagrafico e l’identità di genere alla quale sente di appartenere. Un uomo può sentirsi più a proprio agio nei panni femminili, intendendo non solo vestiti femminili ma una vera e propria identità di genere al femminile. In questo caso quindi non si tratta più di omosessualità. Un uomo attratto da una persona dello stesso sesso può non sentire di appartenere al genere maschile. Lo stesso identico discorso vale per le donne ovviamente. In questo caso si può anche arrivare a pensare di fare il cambio di sesso, o il cambio di genere.
Trans invece è una parola molto usata ma che ha al suo interno mille significati. “Trans” è usato spesso nel gergo comune, non in modo serio e rispettoso.
Come parlare della propria omosessualità?
Non sempre le cose sono così nette e chiare. Va tenuto presente che la consapevolezza di quanto sopra descritto emerge normalmente durante l’età evolutiva, spesso durante l’adolescenza. In questo periodo della vita la confusione regna sovrana. Gli adolescenti sono sempre confusi su tutto, hanno bisogno di certezze che spesso non trovano e vivono tumulti emotivi inimmaginabili in altri periodi della vita. E’ proprio in questo periodo che negli individui omosessuali si fa strada l’idea di essere un po’ diversi dagli altri, e non è sempre facile capire cosa sta succedendo. Spesso le persone che ci stanno intorno non appoggiano questi progetti, o li colpevolizzano. Ecco che troppo stesso ci si trova stare in silenzio. Esser omosessuale e fare coming out è difficile, ma lo è anche parlar della propria omosessualità.
Omosessuale, fare coming out sì o no?
Quando dopo la confusione si fa strada un po’ di chiarezza e finalmente si raggiunge qualche certezza, le difficoltà non sono certo finite. Anche se viviamo in una società apparentemente molto tollerante e permissiva, ancora adesso è difficile per omosessuali e transgender riuscire ad affermare con serenità e chiarezza il proprio punto di vista sulla vita. L’omosessuale che vuole fare Coming out raccontando la verità a parenti e amici, può temere il loro giudizio, o temere di farli soffrire. Sul posto di lavoro o a scuola spesso si tace per paura di discriminazioni o prese in giro. Le persone fanno dei compromessi e raccontano ad alcuni di essere omosessuali,ma ad altri no. Cos’è meglio fare? Nascondere tutto o parlare della propria omosessualità? Essere omosessuale e fare coming out o nascondere tutto?
Lo psicologo per trovare un po’ di serenità
In qualunque fase tu possa trovarti, se hai cioè le idee confuse sulla tua identità di genere, oppure hai le idee chiare ma non sai come fare a parlarne con gli altri, lo psicologo può essere di grande aiuto. Perché?
Lo studio dello psicologo è un luogo neutro, dove non si ha paura di essere giudicati o aggrediti, o colpevolizzati. Lo psicologo non dà consigli, ma aiuta a trovare dentro di sé la strada giusta ed a chiarirsi le idee. La consulenza psicologica dovrebbe aiutare a mettere ordine al disordine, in modo da comprendere una volta per tutte quale sia il proprio posto nella vita. L’accettazione di se stessi è un passaggio fondamentale per poterne poi parlare gli altri. Sembrano parole scontate ma non lo sono affatto.
Accettare se stessi non è mai semplice.
Una volta compreso e chiarito qual è il proprio progetto di vita, lo psicologo può aiutare a trovare le modalità giuste per parlarne alle persone care ed in generale con il mondo del fatto di essere omosessuale e fare coming out. Per fare ciò occorre trovare il momento giusto, le parole giuste ed il coraggio dentro di sé di accettarsi ed amarsi per come siamo. Solo così potremo aiutare gli altri a vederci con occhi differenti. Dobbiamo riuscire ad amarci per quello che siamo davvero, e non per quello che abbiamo fatto finta di essere.
Come scelgo lo psicologo giusto?
La scelta dello psicologo è una cosa importante. Ti serve un aiuto per chiarirti le idee su chi sei davvero e su qual è la strada migliore da intraprendere nel futuro? O ti serve un aiuto per riuscire a trovare il coraggio di parlare agli altri di quello che hai dentro da anni? Ti serve una psicoterapia perché stai molto male? Oppure hai già idee chiare e cerchi qualcuno con cui parlare di come essere omosessuale e fare coming out?
Meglio uno psicologo online o in presenza?
Difficile la risposta, dipende da te. Lo psicologo può lavorare in studio vicino al tuo luogo di residenza oppure online, tramite Skype, Whatsapp, Zoom o altre APP per fare le video-chiamate. Che cosa scegliere dipende da te. Lo psicologo in presenza ha il vantaggio di essere una persona che puoi incontrare in presenza, con un rapporto umano che può essere molto positivo.
Lo psicologo online ha invece lo svantaggio di essere “dietro ad uno schermo”, ma ha tanti altri aspetti positivi.
Può essere molto più facile chiamarlo e fissare un appuntamento, a qualsiasi ora e senza uscire di casa.
- di solito costa molto meno, ed anche questo è un aspetto positivo.
- puoi ricevere aiuto senza uscire di casa.
- è sicuro, e se dovessero esserci nuove restrizioni a causa del coronavirus non saresti costretto ad interrompere il lavoro. La sicurezza sarebbe garantita anche in caso di un ritorno del Covid 19.
Adesso devi solo più trovare il coraggio di chiamare uno psicologo per riprenderti in mano la tua vita e trovare un po’ di serenità.
Psicologa, psicoterapeuta, Lavoro online e a Moncalieri (Torino)