“Sono Leo, ho 18 anni, e vivo in questo ospedale da 3 anni…”
Si, avete letto bene, io vivo qui, in questo ospedale, da ormai 3 anni.
Ho un cancro molto grave, che peggiora ogni giorno di più, ora è arrivato fino al cervello, ma io nonostante tutto continuo a combattere, non mi arrendo, e ogni giorno faccio tutto il possibile per rendere le altre persone, compreso me stesso, più felici.
Più volte ho rischiato di mollare, ma ogni volta grazie ai miei amici, che vivono qui in ospedale come me, e grazie all’amore della mia vita, Cris, la mia ragazza, non ho mai mollato, e ancora oggi sto lottando, nella speranza che un domani tutto finirà, e potrò vivere una vita normale, come tutti gli altri.
Se non fosse per questo ospedale, per le persone che ci sono all’interno, per tutti i medici e gli amici che mi hanno sempre aiutato, in qualsiasi momento difficile, o forse dovrei dire tutti i giorni, visto che ogni notte che vado a dormire non so se la mattina mi risveglierò.
Come se non bastasse il cancro che ho, pure in famiglia va tutto uno schifo.
Mia madre è sempre stata molto malata, e quando ero piccolo è morta, è morta in un ospedale, sopra un triste lettino come tutti gli altri. Io, Leo, non voglio fare la fine di mia madre, non voglio morire in un ospedale.
Se proprio devo morire voglio morire in un posto speciale, un posto che mi ricordi qualcosa di bello, e vorrei che con me ci fossero le persone che amo, e che mi aiutano ad andare avanti tutti i giorni.
Invece mio padre, da quando è morta mamma, non ha più una vita; amava quella donna così tanto che senza di lei niente conta più, non ha più la persona per cui lui viveva e per la quale ogni giorno dava il meglio per renderla felice. Da quando sono qui in ospedale mio padre è venuto a trovarmi solamente una volta, grazie alla mia ragazza, Cris, che gli diede il coraggio, perché papà non ce la faceva a vedermi. A vedermi soffrire, in questo posto, dove è morta sua moglie.
Cristina è incinta. Sarò padre!! Ci rendiamo conto, io, Leo, padre!
Questa per me fu una delle notizie più belle della mia vita… finché, dopo averci riflettuto su, mi sono reso conto di che cosa avrebbe passato quel bambino. Sarebbe nato e cresciuto senza un padre. Alla fine io e Cris abbiamo deciso di tenere il bambino, nella speranza che io c’è la faccia, o che almeno riuscirò a conoscerlo.
In caso che io muoia, cosa che è molto probabile, Cristina sarà una ottima madre, e nostro figlio diventerà un bellissimo ragazzo, forte e coraggioso come suo padre, e sarà degno di chiamarsi Leone.
Questa è la mia vita, bellissima e terribile allo stesso momento.
Da un lato la mia vita è quella che vorrebbero tutti, ma dall’altro è la vita che nessuno vorrebbe mai avere.
Questo è tutto. Un grande saluto dal vostro amico Leone. Watanka!!
Just Lory, libera interpretazione del pensiero di Leo in ospedale