QUANDO IL DOLORE DEL LUTTO NON PASSA … … NONOSTANTE IL TEMPO… …
licenziamento, a volte il pensionamento, il divorzio o la separazione, l’aborto, un
brusco cambiamento, la morte di una persona cara..
la persona compie per far fronte nel modo migliore possibile alla sofferenza
che deriva da una perdita, qualunque essa sia, tentando di superare i sentimenti negativi che la
animano per poter raggiungere un nuovo adattamento ed una ritrovata serenità che gli consentano
di riprendere la propria vita e di reinvestire energie nel futuro.
generalizzare. Le ricerche psicologiche, però, ci dicono che il processo di
elaborazione del lutto procede per fasi, strettamente connesse tra loro e di
durata variabile. Viene considerato fisiologico un periodo depressivo, conseguente
ad un lutto, che può durare fino ai 12-15 mesi.
prolunga nel tempo, fino a durare anni, essa diventa una condizione di estremo
disagio per la persona. Ci si trova così in uno stato di intorpidimento
emotivo, di immobilità, sopraffatti dal dolore, dalla rabbia e dalla sofferenza, come se il fatto fosse avvenuto poco tempo prima.
In particolare, ciò riguarda quelle
circostanze in cui la perdita avviene in modo improvviso: morte per infarto,
ictus, catastrofi naturali, incidenti,
oppure per omicidio o suicidio, ma anche un licenziamento senza preavviso. Proprio per le sue caratteristiche di fulmineità
(appunto la mancanza di preavviso), casualità, evitabilità (reale o presunta) e
innaturalezza, tale perdita può lasciarci “disarmati” e, perciò, rendere
estremamente lungo, faticoso e complicato il processo di elaborazione del
lutto, che spesso arriva a bloccarsi.
grande aiuto per ritornare a vivere la serenità di un tempo. Inoltre,
all’interno del percorso psicologico, il supporto di una tecnica come l’EMDR
consente, attraverso l’elaborazione delle immagini traumatiche, di velocizzare
il fisiologico processo di adattamento dell’individuo.
STUDIO GESTMED